La Giunta approva il progetto per la realizzazione dell’Alzheimer Cafè

1961

La Giunta approva il progetto per la realizzazione di un Alzheimer Cafè a Bollate. Sulla scia delle prime esperienze realizzate in Olanda fin dal 1997, grazie allo psicogerontologo Bere Miesen, e in stretta collaborazione con i medici del Centro Regionale Alzheimer dell’ASST Rhodense (Ospedale di Passirana di Rho che ha anche uno sportello di Valutazione Alzheimer all’interno del POT di Bollate), l’Amministrazione comunale getta le basi per l’apertura di questo luogo speciale dedicato ai malati di AlZheimer.

Il progetto comincerà a prendere forma a partire dal mese di ottobre 2020 in seguito alla sottoscrizione di una Convenzione con AUSER Lombardia sul modello già in atto nei territori intorno a Bollate.

“Il progetto dell’Alzheimer Cafè – dice l’Amministrazione – coinvolge il malato ma anche la sua famiglia e chi se ne prende cura: i medici di base, i volontari che desiderano partecipare all’esperienza e le associazioni che possono offrire un loro contributo specifico per il benessere di queste persone e delle loro famiglie, le quali diversamente rischierebbero di restare confinate nelle loro case. Insomma un vero progetto partecipato”.

Il Cafè di Bollate, dunque, dovrà coinvolgere tutta la comunità, creando le condizioni per una consapevolezza sempre più diffusa della malattia e delle sue implicazioni, con l’obiettivo di costruire una rete territoriale intorno ai malati e alle loro famiglie per farli sentire meno soli.

L’Alzheimer Cafè dovrà essere un luogo dove i malati, le loro famiglie e le figure professionali si incontreranno per un certo numero di volte ogni anno, in un luogo, data e ora stabilite (attualmente da definire). Durante i Cafè i malati, seguiti da personale preparato, potranno seguire attività organizzate appositamente per loro: attività manipolative, motorie, canto, danza, arte-terapia, musicoterapia, ecc. I familiari e chi assiste il malato, in uno spazio diverso, avranno la possibilità di interagire con un medico, uno psicologo, un infermiere o un assistente sociale per saperne di più, confrontarsi sulle modalità di relazione con i propri familiari, condividere esperienze, preoccupazioni, soluzioni. Viste le restrizioni provocate dal Covid 19, il progetto sarà calibrato e formulato in base alle normative sul contenimento del virus e in base all’andamento epidemiologico.