In via Verdi c’era un bosco abbandonato e pieno di rifiuti. Inizia così, e risale al 2020, la storia dell’area di circa 2.953 metri quadrati, situata nella zona della valle del torrente Nirone e al limite meridionale del Parco Regionale delle Groane che l’Amministrazione comunale ha sottratto alla criminalità e riqualificato.
Oggi quell’area degradata è diventata un piccolo bosco di giovani piantine. Il bosco, però non ha un nome e nessuno l’ha mai utilizzato. Così il Signor Maurizio e il Signor Bel B di Bollate hanno deciso di adottarlo e prendersene cura per “difenderlo dalle erbacce, dai rifiuti e dai pensieri brutti e tristi”.
Per fare questo i due volontari hanno bisogno di persone e così hanno deciso di organizzare un’iniziativa finalizzata a coinvolgere i cittadini per la gestione ma anche per qualche idea di un bel nome da assegnare a quest’oasi.
L’appuntamento per tutti è il sabato 30 aprile alle 10 in via Verdi, nell’area verde di fronte a via Caloggio dove verrà letta una storia per e con i bambini, dove si conosceranno le piante e verranno identificate, e dove si raccoglieranno i rifiuti e si faranno pensieri positivi. “Invitiamo i genitori – dicono i due volontari – a portare un sacco della spazzatura, dei guanti da lavoro, un telo per sedersi a terra. Staremo nel bosco, scegliete abiti adatti. Non c’è limite d’età per partecipare, ma è meglio prenotarsi. Abbiamo bisogno di tanti e di tutti!”.
Per prenotazione: email Belb2022@gmail.com; whatsapp 348 6105979
Per informazioni: Pagina facebook BEL B Bollate. Sito web htps://bel-b.jimdofree.com/.
Per saperne più. Cos’è stato fatto dal 2020 ad oggi
Il bosco era costituito da robinie, aceri negundi, ciliegi tardivi, olmi, noccioli e da vegetazione arbustiva infestante (rovi), tutti in condizioni precarie, instabili, aggredite da rampicanti (edere) e con fusti inclinati e a rischio caduta. All’interno dell’area erano presenti dei cumuli di rifiuti abbandonati nel tempo e interrati. Gli interventi hanno previsto il contenimento e l’eliminazione delle specie esotiche o tipiche del territorio, la rimozione degli infestanti, l’eliminazione della piante morte o pericolose, il rinfoltimento e rimboschimento con nuove essenze autoctone al fine di recuperare nel tempo le caratteristiche degli habitat esistenti. Inoltre sono stati rimossi e smaltiti i rifiuti abbandonati.
Sono state piantate circa 200 piantine forestali delle seguenti varietà: farnia (Quercus peduncolata), carpino bianco (Carpinus betulus), acero campestre (Acer campestre), ciliegio selvatico (Prunus avium), frassino maggiore (Fraxinus excelsior), olmo campestre (Ulmus minor) Ed è stata realizzata una fascia di confine con circa 250 piantine forestali di arbusti delle seguenti varietà: biancospino (Crataegus monogyna), sanguinella (Cornus sanguinea), evomino (Euonymus europaeus), pallone di neve (Viburnum opulus), nocciolo (Corylus avellana), prugnolo (Prunus spinosa), frangola (Frangula alnus). È stata installata anche una bacheca didattica e informativa con l’illustrazione delle caratteristiche ecologiche dell’area.
L’intervento è stato elaborato in partnership dal Settore Sostenibilità Ambientale e dal Settore Entrate del Comune che è risultato beneficiario del contributo regionale per recupero di bene immobile confiscato alla criminalità organizzata ai sensi D.G.R. 2531/2019 e D.D.S. 18135/2019 assegnato con Decreto Regionale n°7119 del 18-06-2020 finalizzato a co-finanziare interventi di recupero a scopi sociali e istituzionali dei suddetti beni confiscati alla criminalità organizzata.