Festival Villa Arconati 2023. Giunto al termine il viaggio tra passato e futuro

232

I percorsi artistici e musicali che il Festival, da sempre, propone non sono mai frutto del caso o delle circostanze. Sono un mix di significati, una sintesi di tanti generi cuciti insieme da un magico “fil rouge” costruito dagli artisti che si sono succeduti.

Così, una proposta in piena crescita, come il graffiante ANDREA PENNACCHI, ha aperto con disinvoltura il Festival forte dei suoi 700 spettatori e, addirittura, la ormai consolidata esperienza del concerto all’alba, con l’esuberante ed istrionica performance beatlesiana al piano di FABRIZIO GRECCHI, ha addirittura raggiunto il record dei 400 paganti, a cui si aggiungono, con una soddisfatta sorpresa, i 150 partecipanti alla passeggiata, al sorgere del sole nel Parco delle Groane.

Anche RAPHAEL GUALAZZI, ormai affermato pianista totale, ha contribuito con i suoi 800 spettatori, completamente diversi dai 700 del parterre della sera dopo, incantato dal raffinato ed elegante pop di NATALIE IMBRUGLIA. Queste le premesse dell’apoteosi, caratterizzata dal “tutto esaurito” di ELIO, con il suo trionfale omaggio a Enzo Jannacci: 1.100 persone entusiaste dalla performance del poliedrico artista e commosse dal ricordo del grande Enzo, a dieci anni dalla sua scomparsa.

Sentimenti che si sono ricomposti nella serata di SUSANNE VEGA, ispirata e intensa esponente della canzone d’arte internazionale, apprezzata da 700 spettatori. Con sorpresa, infine registriamo il successo dei TOO MANY ZOOZ, un gruppo ancora poco conosciuto in Italia, ma che ha goduto di un passaparola in grado di portare 500 giovani (ma non solo), a venire al loro concerto, trovandosi di fatto, automaticamente, coinvolti in una festa che, peraltro, corrispondeva anche alla rituale festa di chiusura del Festival.

Questo il diario di bordo di serate intense che, alba compresa, hanno coinvolto 4.900 partecipanti nei 7 spettacoli, con una media di 700 spettatori a evento. “700”, come il secolo di riferimento del contesto architettonico che, da sempre, ospita il Festival e che ne ispira il nome.